Associazione
Centro Yoga Anahata
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"yogas citta
vritthi nirodhah"
trad.: lo yoga calma i vortici della mente
Yoga sutra, I-2 Patanjali.
Che tipo di yoga si pratica nel nostro
centro?
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Nel nostro centro si pratica principalmente Hatha yoga e Raja Yoga, quindi si dà un'importanza particolare alla pratica delle asana (posizioni immobili), il pranayama (controllo del respiro), pratyahara (ritrazione dei sensi), dhyana-dharana (concentrazione e meditazione), senza dimenticare le pratiche di rilassamento, mantra yoga, yama e niyama (pratiche etiche) e l'approfondimento della filosofia, religione e cultura indiana. |
Il termine "Yoga"
significa unione. Unione tra le varie polarità umane, ma anche
ri-unione con il proprio sé profondo "Purusha" (cfr. Samkhya).
Lo yoga è una millenaria disciplina di origine indiana il cui
scopo consiste nella liberazione dalla catena del
samsara. Le più antiche vestigia ritrovate relativamente allo yoga
sono una formella rappresentate un proto-shiva in posa yogica,
ritrovate a Mohenjo Daro, nella valle dell'Indo (oggi Pakistan) e
databili 2500 a.c.Pertanto questa disciplina vanta un'antichità di
almeno 4500 anni! Eppure mantiene ancora oggi tutta la sua
modernità: il segreto consiste forse nel rivolgersi ad aspetti
della vita umana che vanno al di là del tempo e di ciò che è
contingente.
Lo yoga è una disciplina empirica: come disciplina
richiede costanza, applicazione e determinazione; é empirica
perchè ogni individuo deve percorrere il suo cammino di conoscenza
da solo; lo yogin è prima di tutto uno sperimentatore.
Normalmente in occidente si parla di "yoga" come se fosse una
unica disciplina organica; ma sotto questo nome si celano pratiche
anche molto diverse tra loro. Per semplificare, ciò che nel nostro
immaginario collettivo è "lo yoga" sono essenzialmente due
tecniche, intimamente connesse tra loro: il raja yoga e lo hatha yoga.
Nel nostro Centro si pratica principalmente Hatha yoga, ma senza
scordare tutte le pratiche relative al raja yoga.
In questa sintetica introduzione tracceremo solo una breve
descrizione di entrambe; rimandiamo ad una trattazione più
approfondita nelle sezioni dedicate.
Il raja yoga
(o astanga yoga) è una complessa disciplina psicofisica
che si occupa di ogni aspetto dell'individuo: fisico, psichico,
emotivo, spirituale.
Esso consta di otto (asta) gradini o membra (anga):
- yama:
una serie di precetti relativi alla vita sociale; ahimsa
(non violenza); satya: veridicità; asteya:
astensione dal furto; brahmacarya: continenza sessuale; aparigraha:
assenza di possessività.
- niyama:
precetti per preparare l'adepto alla pratica dello yoga: sauca
(purezza); samtosa (appagamento); tapa: austerità;
svadhyaya: studio del sè e dei testi sacri; Isvara-pranidhana:
abbandono a Dio.
- asana: posture immobili del corpo. Mantengono la salute
e la scioltezza del corpo, aumentano la propria consapevolezza,
mettono in moto energie sottili. Sono dettagliatamente spiegate
nei testi di hatha yoga.
- pranayama:
controllo, o meglio padronanza del respiro. Gli antichi saggi
scoprirono che attraverso il controllo del respiro non solo si
acquietano gli stati emotivi, ma si riescono anche a padroneggiare
energie sottili. Anch'essi sono dettagliatamente spiegati nei
testi di hatha yoga.
- pratyahara: ritrazione dei sensi. Il praticante comincia
ora un percorso più interno, distaccandosi da tutti gli oggetti
dei sensi che distraggono la mente.
- dharana: concentrazione. Lo yogin si concentra su un
qualsiasi oggetto,cercando di eliminare tutte le possibili
correnti mentali che possono distogliere dalla concentrazione.
- dhyana: contemplazione. L'adepto ormai è saldamente
concentrato sull'oggetto, senza più disturbi proveniente
dall'esterno o dalla mente stessa, la quale è tuttora presente e
crea una sottile distinzione tra soggetto meditante e oggetto
della meditazione.
- samadhi: meditazione o enstasi. Lo yogin è completamete
assorbito nella sua meditazione. Quando è veramente saldo in
questo stato, supera il livello del contingente e della natura (prakriti),
per giungere al puro livello del sè incontaminato ed eterno (purusha)
- cfr.la filosofia samkhya
- infrange la catena delle rinascite (samsara) e diventare
uno jiva-mukti, un liberato vivente e raggionge lo scopo
ultimo dello yoga. Sebbene la parola "meditazione" sia piuttosto
inflazionata e spesso ursata a sproposito, la sua pratica in
questi termini è estremamente ardua.
Il testo fondamentale è lo yogasutra di Patanjali.
Lo hatha yoga si compone
anch'esso di vari gradini:
- (yama): non-violenza, sincerità, onestà, castità,
perdono, fermezza, compassione, rettitudine, moderazione nella
dieta, purezza
- (niyama): ascesi, accontentarsi, fede religiosa,
liberalità, adorazione del Signore, ascolto della dottrina, la
vergogna per comportamenti scorretti, retto intelletto,
recitazione dei mantra, oblazione sacrificale
- satkarman: i sei atti purificatori
- asana posture immobili del corpo, spesso accompagnate da
bandha (contrazioni) e mudra (gesti delle mani)
- pranayama: controllo del respiro
- pratyahara: ritiro dei sensi dagli oggetti esterni,
introspezione
- dhyana: stato di ininterrotta concentrazione, costante e
serrata meditazione su un punto
- samadhi: particolare stato di profonda concentrazione,
durante il quale ogni differenza tra colui che pensa, oggetto
meditato e il pensiero stesso viene meno.
I testi fondamentali sono: Hatha yoga pradipika, Gheranda samhita,
Shiva samhita, editi da Promolibri.
Come si vede le due discipline hanno molte similitudini; entrambe
procedono per gradini, che hanno un senso logico di progressione.
Nello hatha yoga yama e nyiama sono inseriti tra parentesi, perchè
seppure importanti non hanno la stessa valenza assoluta che
rivestono nel raja yoga. Nei testi dello hatha yoga le posizioni e
i pranayama sono spiegati dettagliatamente, mentre negli yoga
sutra ad essi sono dedicati pochi versi, sia perchè in questa
tecnica essi rivestivano una minore importanza, sia perchè erano
gli stessi maestri che le insegnavano direttamente agli allievi.
Inoltre lo hatha yoga dà grande importanza alla fisiologia
mistica, alle nadi, alla susumna, ai cakra e alla risalita di
Kundalini (cfr. capitolo
dedicato), perciò anche il corpo doveva
prendere una forza e resistenza adamantina per sostenere l'energia
sprigionaa dal processo di risalita del serpente.
E' scritto che il raja yoga era praticato nel periodo d'oro
dell'umanità (infatti gli yoga sutra risalgono probabilmente ai
primi secoli dell'era cristiana, mentre i saggi compassionevoli
hanno esposto lo hatha yoga per il periodo degenerato in cui
viviamo (kali yuga): i testi fondamentali risalgono circa al XVI
secolo della nostra era.