La
filosofia Indù prende in considerazione diverse vie di
conoscenza.
Tutto nell'Universo si presenta sotto aspetti molteplici,
ma ognuno di essi implica tutti gli altri.
Nel nostro sforzo per comprendere la natura delle cose
possiamo scegliere qualsiasi aspetto del mondo come punto
di partenza della nostra indagine.
Arriveremo talvolta, a causa dei nostri limiti, a
conclusioni diverse, le quali potranno anche sembrare
contraddittorie; queste contraddizioni, puramente
apparenti, non fanno che mettere in evidenza i limiti di
ogni diversa via di conoscenza.
Sei di queste vie sono considerate essenziali per ottenere
una visione d'insieme della realtà. E' infatti la
contraddizione di queste sei strade della conoscenza che
permette di afferrare qualcosa dell'invisibile e suprema
realtà, la quale, nella sua totalità, rimane al di là
delle nostre possibilità di raggiungimento; non possiamo
esaminarla che a frammenti, come guardiamo una statua
sotto diverse angolazioni prima di potercene formare un
idea di insieme.
Questa concezione di strade diverse ma tutte altrettanto
valide ha dato origine ai sei "punti di vista" (darshana),
o "sistemi filosofici", che bisogna ben guardarsi dal
considerare come modi di pensare separati e
contraddittori, poiché essi rappresentano invece uno
sforzo di coordinamento dei risultati ottenuti dai vari
tipi di esperienza umana.
Questi "sei punti di vista" sono il punto di vista
matematico o cosmologico (samkhya), il cui
metodo è la speculazione intellettuale; --- il punto di
vista naturalista, o sperimentale , o scientifico (vaishshika),
il cui metodo è l'esperienza dei sensi ; --- il punto di
vista logico (nyaya), il cui metodo è la
dialettica; --- il punto di vista dell'identificazione (Yoga)
che è legato alla percezione e all'intuizione del mondo
sottile e il cui metodo è il controllo del sistema
mentale, dei sensi e delle facoltà interne --- il punto di
vista della riflessione (mimansa), il cui
metodo è lo studio delle sacre scritture e della
rivelazione --- e il punto di vista metafisico (vedanta),
o fine della conoscenza, il cui metodo è la speculazione
astratta.
Ognuno di questi sistemi ha un suo proprio metodo e non
può ammettere che ciò che può essere verificato.
Questo spiega che il vaisheshika possa essere ateo mentre
il samkhya è, in un certo modo, panteista, il mimansa,
teista; il vedanta non dualista, ecc..
Il vedanta e lo yoga sono considerati come i due sistemi
più elevati, perché il vedanta descrive l'oggetto ultimo
della conoscenza e lo yoga la via che porta all'esperienza
diretta dei principi del vedanta.
Tratto
da "Yoga, metodo di reintegrazione " Alain
Danielou. Ed Ubaldini.
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